SERENA MARIA BUZIO – Neurologo
Laureata presso l’Università di Milano, ha lavorato presso l’Istituto C.Besta, sempre a Milano.
Si è specializzata in Neurologia presso l’Università di Parma e ha poi conseguito il Master in Epilettologia
Si è sempre occupata primariamente di Neurofisiologia e ha lavorato per oltre 15 anni presso il Servizio di Neurofisiologia degli Spedali Civili di Brescia. Ora si occupa sempre di Neurologia e Neurofisiologia, prevalentemente di Elettromiografia, in ambito privato.
⁃ Quali sono le patologie per cui è più comunemente richiesta l’elettromiografia?
L’elettromiografia permette di studiare il funzionamento delle strutture del Sistema Nervoso Periferico e dei muscoli, a livello degli arti, della testa, del collo.
Viene utilizzata prevalentemente nel processo diagnostico delle sindromi compressive nervose (ad esempio la Sindrome del Tunnel Carpale), delle forme di lombosciatalgia o cervicobrachialgia, delle neuropatie periferiche (ad esempio quella causata dal diabete), delle lesioni traumatiche dei tronchi nervosi, delle malattie muscolari (miopatie) ereditarie o acquisite e di alcune malattie neurodegenerative del Sistema Nervoso.
⁃ Quali sono i principali motivi che portano una persona a prenotare un’elettromiografia?
I pazienti vengono solitamente indirizzati all’esecuzione dell’elettromiografia dal proprio medico di medicina generale oppure da uno specialista per la diagnosi iniziale, la conferma di una diagnosi suggerita da altri accertamenti o per il controllo dell’andamento di problematiche neuromuscolari già inquadrate.
⁃ Ogni quanto andrebbe fatta la prima elettromiografia per un problema acuto? E quando i controlli?
L’elettromiografia evidenzia la presenza di un danno nervoso o muscolare. A parte rarissime eccezioni, il primo esame non andrebbe effettuato prima di 20-25 giorni dall’inizio dei sintomi. Questo intervallo infatti permette la comparsa di segni elettromiografici specifici che, in caso di esecuzione troppo precoce, potrebbero non emergere. La ripetizione dell’esame dipendente dal tipo di patologia e dalle terapie effettuate. È buona pratica clinica concordare i tempi dei controlli con lo specialista medico o chirurgo che segue il paziente.
⁃ Come è impostata la visita?
Dopo la raccolta dell’anamnesi del paziente e lo studio della documentazione disponibile (referti di visite mediche, esami strumentali, terapie), inizia l’esame.
L’elettomiografia può essere effettuata in numerosi modi, utilizzando tecniche diverse che vengono scelte dal medico specialista che esegue l’esame in base al quesito clinico specifico per il paziente.
È costituita solitamente da due momenti, l’elettoneurografia (studio dei nervi periferici mediante l’applicazione di elettrodi adesivi alla cute e la somministrazione di piccole scosse elettriche nello stesso territorio) e l’elettomiografia propriamente detta (studio dei muscoli mediante l’inserzione di un piccolo ago sterile). L’esame non è invasivo, può essere ripetuto quando necessario, è raramente fastidioso durante l’esecuzione, non lascia disturbi al termine e ha pochissime controindicazioni.
⁃ Che genere di rapporto si crea col paziente qui al Poliambulatorio? Quando vengono consegnati i referti?
Durante la valutazione, si cerca di creare un clima rilassato ed un rapporto di fiducia con il paziente, che consentono una migliore esecuzione dell’esame stesso. Al termine dell’esame viene consegnato un referto completo dell’esame stesso e, se possibile, vengono forniti al paziente suggerimenti per la gestione del problema, anche con l’indicazione, se necessario, di affidarsi alle competenze di altri specialisti.
⁃ Particolari tecnologie o macchinari da citare?
L’elettomiografia viene eseguita tramite un apparecchio chiamato elettromiografo, utilizzando materiale di consumo dedicato (elettrodi adesivi, aghi sterili).
Le apparecchiature in dotazione al Poliambulatorio sono all’avanguardia e permettono di eseguire esami di eccellente qualità.
⁃ Come viene seguito il paziente successivamente?
Al paziente può essere dato il consiglio di ripetere l’esame dopo un certo tempo, se necessario per un migliore inquadramento diagnostico. Altrimenti il paziente viene indirizzato al medico inviante oppure allo specialista adatto al suo caso, con l’ausilio del quale si definirà la necessità e le tempistiche dei futuri controlli
⁃ Per chiudere…un consiglio prezioso?
L’elettomiografia è una tecnica molto utile, ma per dare il massimo delle informazioni l’esame deve essere mirato. Quindi il consiglio migliore è avere, se possibile, un’indicazione del sospetto diagnostico e, mi raccomando, portare tutta la documentazione disponibile. Anche da esami e visite apparentemente non correlate al problema si possono trarre informazioni preziose.
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