Laureata in medicina con il massimo dei voti 110/110, specializzata in radiodiagnostica con il massimo dei voti 50/50 e lode. Attualmente è direttore responsabile del servizio di radiologia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini presso ASST Ospedali Civili di Brescia. In esercizio dal 1992.
- Quali sono le patologie più diffuse nella specializzazione?
Vi sono svariate patologie che colpiscono il bambini, fra le più comuni si osservano la malformativa, l’infiammatoria, la traumatica e purtroppo anche la neoplastica.
L’ecografia è l’indagine di primo livello che si esegue sul bambino. E’ un esame che può valutare ogni distretto del corpo, tuttavia vi sono ecografie mirate, effettuate in base agli specifici quesiti diagnostici. L’addome è certamente la zona indagata più di frequente.
- Quali sono i principali motivi che portano una persona a prenotare un’ecografia?
Se ragioniamo per distretti e parliamo di addome, posso tranquillamente citare i dolori addominali ricorrenti e le valutazioni anatomiche degli organi interni (per scoprire eventuali malformazioni), patologia litiasica, valutazioni peculiari dell’addome inferiore, soprattutto di utero ed annessi in caso di valutazione di alterazioni della pubertà precoce. L’ecografia può essere utilizzata anche per indagare le infezioni delle vie urinarie, i disturbi della minzione quali l’enuresi e il follow-up della patologia da reflusso vescico-ureterale. Frequente è l’indicazione all’ecografia testicolare, per la valutazione morfologica e volumetrica dei testicoli, nonché lo studio color Doppler nel caso di patologie che riguardano i vasi spermatici o varicocele.
L’ecografia può indagare l’intero distretto muscolo scheletrico. Nel primo periodo di vita del lattante ad esempio l’ecografia viene spesso utilizzata a livello delle anche, in casi prescritti dal pediatra, quindi è molto utile per valutare un’eventuale displasia. Utilizzo questa tecnica anche per lo studio dei tendini, dei muscoli e delle articolazioni, oltre che delle patologie traumatiche o per l’insorgenza di tumefazioni da inquadrare dal punto di vista strumentale.
Un’ecografia particolare è quella midollare per valutazione della fossetta sacrale, per dirimere il dubbio della spina bifida occulta. Va fatta entro il primo mese di vita del piccolo.
Sono frequenti anche le ecografie al collo, per la valutazione di tumefazioni dovute ad esempio a linfonodi ingranditi, di cui si cerca di caratterizzarne la morfologia, e per la valutazione di flogosi delle ghiandole salivari maggiori e dei disturbi funzionali della tiroide.
- Ogni quanto andrebbe fatta una visita di “routine”?
Non ci sono visite di routine, solitamente si viene qui con il problema; l’eccezione può capitare per casi in cui ci sia una qualche familiarità e quindi subentra il bisogno di effettuare una visita di monitoraggio per agire in ottica di prevenzione.
- Come è impostata la visita?
Innanzitutto vorrei ribadire che l’ecografia non è dannosa, è ripetibile e non è dolorosa. La visita dura tra i 20 e i 30 minuti in relazione al distretto da esaminare. Il bambino deve essere accompagnato dai genitori (uno o entrambi). Viene messo assolutamente a proprio agio, cerco di entrare in empatia con lui e di instaurare un rapporto amichevole. A seconda del distretto interessato, posso anche effettuare l’esame con il bambino in braccio al genitore. In generale, gestisco di caso in caso, non c’è una metodica standardizzata, preferisco adattarmi di volta in volta.
- Quali macchinari mette a disposizione il Poliambulatorio San Pietro?
Avere una buona apparecchiatura è assolutamente necessario. Il Poliambulatorio San Pietro mette a disposizione apparecchiature di ultima generazione che ci restituiscono un’immagine con un’ottima risoluzione.
- In quanto tempo vengono consegnati i referti?
Immediatamente, appena terminato l’esame. Se il bambino non ha nulla, tutto termina con la visita. Se il piccolo ha bisogno di cure, torna dal pediatra che lo ha in carico e se necessario poi si procede qui per il follow up. L’esame ecografico è una metodica operatore-dipendente per cui è meglio avere sempre la stessa mano che esegue l’indagine.
- Per chiudere…un consiglio prezioso?
Ascoltate bene tutti i consigli dei miei colleghi pediatri, così possiamo evitare di vederci 🙂 !
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