Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, specializzato in Radiodiagnostica all’Università degli Studi di Brescia. Attualmente occupato all’Asst del Garda, presidio di Manerbio, nel reparto di Radiodiagnostica, dove svolge Tac, ecografie, risonanze magnetiche e lastre.
⁃ Quali sono le patologie più diffuse per questa specializzazione?
Per quanto riguarda le ecografie si parla soprattutto di disturbi riguardanti il muscolo scheletrico: strappi, distrazioni, rotture muscolari, alterazioni tendinee, borsiti. Un campo molto vasto, che ricopre la maggior parte delle articolazioni. Ci sono poi le ecografie dei tessuti molli, cute e sottocute, dove possiamo trovare lesioni benigne come lipomi e fibrolipomi, ma anche lesioni di tipo maligno. Per le ecografie più profonde penso invece a quelle del collo, dove si studiano invece le ghiandole e i linfonodi, e dell’addome, con la componente intraddominale, e ancora la parte vascolare con aorta e arterie renali.
⁃ Quali sono i principali motivi che portano una persona a prenotare una visita?
Oggi una persona che sente di non stare bene, spesso viene poco ascoltata e quindi gradisce avere un altro parere. Se il dolore è più acuto, vuole giustamente sapere cosa ha in tempi rapidi, attraverso esami strumentali, dall’ecografia alla tac, alla semplice lastra.
⁃ Ogni quanto andrebbe fatta una visita di “routine” e a che età bisogna iniziare?
I pensieri dei singoli medici sono vari. Io sono per la prevenzione: è importante farsi visitare anche se non si ha nulla. Mi è capitato spesso di trovare problemi importanti che risultavano asintomatici: se si arriva in tempo, prima che ad esempio una lesione maligna dia metastasi, è possibile correre ai ripari più facilmente. Per l’uomo, comunque, è importante farsi controlli dai 40 anni in su, soprattutto l’ecografia collo, che comprende tiroide e linfonodi, e addome: possono essere dei buoni check up. Nell’arco di ogni anno e mezzo sarebbe opportuno farli, accostando questi esami a valutazioni sulla componentistica sanguigna. Nella donna dobbiamo aggiungere anche la componente mammaria, che richiede ulteriore attenzione; consiglio di iniziare verso i 25 anni.
⁃ Come è impostata la visita?
Una prima parte colloquiale per focalizzare il problema, che viene poi approfondito attraverso l’esame ecografico. Successivamente, finita la rilevazione, spiego al paziente cosa ho trovato – con possibilità di ricevere domande – e consegno il referto.
⁃ Che genere di rapporto si crea col paziente qui al Poliambulatorio?
Un rapporto confidenziale: si colloquia, si mette il paziente e proprio agio. Non deve essere considerato un numero, ma una persona che viene perché non sta bene. Il medico deve essere professionale, al suo servizio e spiegare bene le cose, perché i pazienti oggi hanno una cultura generale abbastanza ampia e comprendono molto bene quanto gli viene comunicato.
⁃ Particolari tecnologie o macchinari da citare?
Per noi la strumentazione è fondamentale. Al Poliambulatorio San Pietro possiamo contare su un ecografo molto valido, a 360 gradi, adatto a tanti tipi di tipologie.
⁃ In quanto tempo vengono consegnati i referti?
In cinque minuti: chi viene esce con il referto e la sua spiegazione.
⁃ Come viene seguito il paziente successivamente?
Essendo un ambulatorio polispecialistico, se il problema può essere risolto da un medico della struttura, viene indirizzato proprio al collega per una valutazione specialistica, con libertà assoluta per il paziente di accettare o meno. Le tempistiche, in questo modo, possono essere ridotte.
⁃ Per chiudere…un consiglio prezioso?
Prevenire, farsi visitare anche se non si accusano sintomi particolari. Quando un paziente ha un problema preciso, invece, approfondire immediatamente.
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